mercoledì 10 dicembre 2014

Perchè scegliere il Pony Games


Molti genitori che si trovano a dover esaudire la richiesta dei propri figli di essere portati a cavallo, non sanno che pesci pigliare: la maggior parte di loro infatti non solo non sono cavalieri ma anche non hanno alcuna familiarità con il cavallo in sé. Cosa fare dunque per orientarsi in questo mondo sconosciuto? La risposta più scontata è in questo caso anche la più corretta: rivolgersi a dei professionisti.
Il Circolo Ruk ha al suo interno da più di dieci anni un Pony Club, dove i bambini, a partire dai 4 anni, possono iniziare a familiarizzare con le discipline equestri attraverso il “Pony Games”

Ma cos’è il Pony Games?
Si tratta di una serie di 30 giochi codificati dalla F.I.S.E. (Federazione Italiana Sport Equestri) che consentono, attraverso il gioco, di apprendere i fondamenti dell’arte equestre.

Perché scegliere il Pony Games?
Innanzi tutto per una questione economica: l’attrezzatura richiesta è minima (un paio di stivaletti anche in gomma e un caschetto omologato); e non serve acquistare un pony perché si possono utilizzare quelli di proprietà del Pony Club anche per uscire in gara.
Il PG è poi preferibile all’equitazione tradizionale in quanto pensato apposta per i bambini e ragazzi: attraverso questa disciplina infatti i giovani cavalieri apprendono tutti i fondamenti dell’equitazione all’interno di una dimensione ludica di squadra. Ecco che abbiamo nel PG uniti tutti i vantaggi -ben noti a chiunque- di uno sport di squadra (socializzazione) con quelli di uno sport complesso come l’equitazione. La relazione che il ragazzo instaura nel PG è dunque duplice: da un lato con i propri compagni, dall’altro con i pony che di volta in volta andrà a montare. Il senso di appartenenza a un gruppo, assieme a un sano gusto per la competizione, sono dunque le leve di questo sport.

Perché due bambini con un pony?
Semplice: innazitutto per sviluppare nel bambino il “senso del cavallo” a 360°. Montare a cavallo non è solo “equilibrio e postura elegante”, è in primo luogo capacità di relazionarsi con l’animale sia da terra che dalla sella per comprenderne appieno le esigenze, ma non è solo questo. Per essere cavalieri è necessario infatti rispettare il proprio animale e per farlo, è indispensabile conoscerlo (condurlo a mano) e prendersene cura (sellaggio/dissellaggio). In secondo luogo l’essere in due con un pony aiuta la socializzazione e innesca un proficuo meccanismo di apprendimento “attivo”.

Qual è la differenza tra imparare l’equitazione in modo trazionale l’impararla attraverso il Pony Games?
La differenza tra i due approcci all’equitazione è nettamente diversa.
Nel P.G. abbiamo infatti un tipo di apprendimento attivo, dove il ragazzo è stimolato a fare sempre di più per far vincere la propria squadra, a inventare soluzioni da condividere poi coi compagni, a sperimentare strategie di gioco, ad assumersi quotidianamente le proprie responsabilità per le proprie azioni e per quelle dei compagni di squadra.
Nell’equitazione tradizionale invece abbiamo un tipo di apprendimento passivo dove il ragazzo non inventa soluzioni, non risolve problemi, ma esegue più o meno meccanicamente ciò che gli viene detto dall’istruttore. Questo secondo tipo di approccio spesso mostra le sue debolezze nelle prime competizioni nelle quali il bambino, abituato ad essere seguito passo passo dall’istruttore, si trova “improvvisamente” da solo in un campo gara dove dovrà essere pronto a prendere delle decisioni (comportamento attivo). Nel P.G. dunque si predilige la sostanza rispetto alla forma (equitazione tradizionale) non perché quest’ultima non sia importante ma perché si ritiene che, una volta acquisiti i fondamenti, essa ne derivi con minore sforzo, quasi naturalmente.